venerdì 5 novembre 2010

LA CONTRORIVOLUZIONE

La liquefazione della società, come teorizza il sociologo Z. Bauman era stata individuata, usando altre categorie analitiche, anche dall’accademico brasiliano Plinio CORREA de OLIVEIRA.I suoi insegnamenti, più che una teoria politica, costituiscono un corpus di sapienza. Cosa significa avere una vocazione contro-rivoluzionaria? è Il concetto centrale, esso si traduce nel sentire tutto l’orrore dei giorni nostri, la pena per il relativismo e lo scientismo nuove forme di paganesimo. La sua epistemologia si fonda sul discernimento tra le cose buone da quelle cattive. L’originalità di questo pensiero è la descrizione della dimensione tendenziale del processo rivoluzionario. Altri autori hanno focalizzato la loro analisi sugli aspetti ideologici e socio-politici del fenomeno rivoluzionario poco o niente hanno scritto su quelli tendenziali. Nella sua forma attuale, la Rivoluzione è diventata quasi esclusivamente culturale, la spinta ideologica non è quella che innesca il processo rivoluzionario.Nel 1918, leggendo le cronache sulla caduta dell’Impero Austro-Ungarico, che il pensatore brasiliano considerava la continuazione dell’impero carolingio, individuò nell’odio anti-austriaco del massone Clemenceau, lo stesso odio dei giacobini contro Luigi XVI e, più lontanamente, l’odio di Lutero contro il Papa. Questo odio ha innescato un processo di liquefazione dell’idea di autorità e che oggi riguarda l’individuo che non ha più un identità forte. Per reagire a questo processo si deve diventare militanti controrivoluzionari, che difendono la gerarchia politica e sociale. Plinio Corrêa de Oliveira diventa così il crociato del XX secolo”. Plinio Corrêa de Oliveira non era solamente un intellettuale, era un combattente. Più che libro speculativo, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione è un’arma da battaglia. Le radici della crisi rivoluzionaria, come si legge già nel primo capitolo, attecchiscono “nei problemi più profondi dell’anima, e da qui si estendono a tutti gli aspetti della personalità dell’uomo contemporaneo e a tutte le sue attività”. Questa crisi è prodotta da due passioni — l’orgoglio e la sensualità — che sono i fattori responsabili del processo Rivoluzionario. Per stroncarlo occorre a livello individuale, la conversione a Dio. A livello sociale implica la restaurazione d’una civiltà cristiana “austera, gerarchica, sacrale nelle sue fondamenta, antiegualitaria e antiliberale”. La rivoluzione non va ammorbidita va distrutta. Ciò che dobbiamo desiderare è una Civiltà totalmente, assolutamente, minuziosamente cattolica, apostolica, romana.

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