martedì 9 luglio 2013
martedì 12 marzo 2013
TRADIZIONE E SOCIETA' BLOG DI PENSIERO VERTICALE: La questione antropologica
TRADIZIONE E SOCIETA' BLOG DI PENSIERO VERTICALE: La questione antropologica: 18 Aprile 2005, Missa Pro Eligendo Romano Pontifice (...) Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante cor...
La questione antropologica
18 Aprile 2005, Missa Pro Eligendo Romano Pontifice
(...) Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa , viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.
Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. É lui la misura del vero umanesimo. “Adulta” non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità. Questa fede adulta dobbiamo maturare, a questa fede dobbiamo guidare il gregge di Cristo. Ed è questa fede - solo la fede - che crea unità e si realizza nella carità. San Paolo ci offre a questo proposito – in contrasto con le continue peripezie di coloro che sono come fanciulli sballottati dalle onde – una bella parola: fare la verità nella carità, come formula fondamentale dell’esistenza cristiana. In Cristo, coincidono verità e carità. Nella misura in cui ci avviciniamo a Cristo, anche nella nostra vita, verità e carità si fondono. La carità senza verità sarebbe cieca; la verità senza carità sarebbe come “un cembalo che tintinna” (1 Cor 13, 1).
giovedì 21 febbraio 2013
PRESENTAZIONE LIBRO
Il giorno 20 febbraio 2012 presso la sala conferenze dell'istituto Faa di Bruono, sè stato prsentato l'importante libro del prof.Coaloa dal titolo Carlo d'Asburgo l'ultimo imperatore con la prefazione dell'Arciduca Martino d'Aasburgo Este suo nipote.
La figura del beato Carlo è molto diversa da quella divulgata dalla storiografia ufficiale.
I relatori hanno evidenziato come al di là delle apparenze il beato Carlo era un uomo di pace e un modello di Padre da imitare.
Proprio le sue qualità di buon padre, fedele marito e monarca cristiano sempre in ascolto delle direttive del Pontefice , per evitare inutiili stragi, se non l'hanno aiutato a mantenere l'impero sono servite per renderlo Beato.
Il modello di famiglia cristiana che anche nelle soferenze mantiene la sua dignità è quello da seguire. Per insegnare ai credenti che questo è il modello da seguire il Papa Giovanni Paolo II ha reso beato Carlo il 3 ottobre del 2004, dando però idicazioni di festeggiarlo il 21 sempre di ottobre, giorno del suo matrinomio con la pricipessa Zita Borbone .Parma.
La figura del beato Carlo è molto diversa da quella divulgata dalla storiografia ufficiale.
I relatori hanno evidenziato come al di là delle apparenze il beato Carlo era un uomo di pace e un modello di Padre da imitare.
Proprio le sue qualità di buon padre, fedele marito e monarca cristiano sempre in ascolto delle direttive del Pontefice , per evitare inutiili stragi, se non l'hanno aiutato a mantenere l'impero sono servite per renderlo Beato.
Il modello di famiglia cristiana che anche nelle soferenze mantiene la sua dignità è quello da seguire. Per insegnare ai credenti che questo è il modello da seguire il Papa Giovanni Paolo II ha reso beato Carlo il 3 ottobre del 2004, dando però idicazioni di festeggiarlo il 21 sempre di ottobre, giorno del suo matrinomio con la pricipessa Zita Borbone .Parma.
giovedì 4 ottobre 2012
Le uova degli Zar, create da Fabergè.
La
rivoluzione distrugge corpi, umilia istituzioni, ma è impotente con
i simboli forti e la bellezza che evocano.
L'uovo
nasconde in sé un senso di meraviglia, che è presente nelle culture
di tutto il mondo. Il suo guscio liscio ed ellittico, che contiene un
ogetto apparentemente inorganico, nasconde il mistero della nuova
vita. Questo fatto ha portato i popoli antichi a riflettere sul
processo creativo, perchè per le civiltà antiche, prive di
strumenti di misurazione, comprendere la creazione del mondo sarebbe
stato un concetto molto difficile, ma osservare lo schiudersi
dell'uovo e associarlo alla nascita del mondo, ha reso l'idea più
chiara.
Nel
periodo del paganesimo, per alcune civiltà, il Cielo e la Terra
erano rappresentate da due metà dello stesso uovo. Le uova
inoltre erano considerate il simbolo del ritorno alla vita, le uova
infatti non si depongono in inverno.
Per
la cultura dell'antico Egitto, quando ancora l’anno si basava sulle
stagioni, le uova decorate si scambiavano nel giorno dell' equinozio
di primavera.
I
Romani, al proposito dicevano:
“Omne
vivum
ex ovo”
(ogni vita proviene dall’uovo) e i contadini avevano la
consuetudine di seppellire un uovo dipinto di rosso nei campi per
propiziarsi un buon raccolto.
Per
i cristiani l'uovo non è solo vita, ma raffigurazione della vita
oltre la morte.
I
cristiani pian piano si convinsero sempre più che, come un uccello
esce fuori dal suo guscio, così Cristo uscì dalla sua tomba nel
giorno della Resurrezione.
Nel
Medio
Evo si
affermò l’uso di porre uova colorate sul sepolcro durante il
servizio pasquale e di regalarle ai bambini e alla servitù per
festeggiare la Resurrezione.
Per
la tradizione
ortodossa russa e greca
la mattina di Pasqua si portano in chiesa uova di gallina, o di
legno, o di metallo prezioso, o di ceramica dipinta con fiori dai
colori simbolici, o con piccole icone di Maria o di Gesù risorto, o
con delle croci. Dopo averle fatte benedire, vengono regalate in
famiglia e agli amici. Sulle uova, in caratteri
cirillici
spesso è scritto o per intero o con le sole iniziali: «X»
(Christòs
= Cristo) e «B» (Voskrés
= risorge).
La
tradizione ortodossa degli Zar
Gli
Zar fedeli all'ortodossia russa hanno sempre fatto delle uova
pasquali un loro segno distintovo.
Nel
XVIII secolo, dopo la fondazione della fabrica per la Porcellana
Imperiale e per la Imperiale Fabbricazione di vetro. sotto Caterina
la Grande, il numero di tali uova introdotte a corte arrivò, alla
metà dell'Ottocento, a 5.000 in porcellana e 7.000 in vetro.
Durante il regno dello zar Alessandro III e della zarina Maria Feodorovna, fecero la loro comparsa le uova di porcellana prima con Cyphers oro su bianco o sang de boeuf .Sempre sotto il regno di Alessandro III operò Carl Fabergè.
Durante il regno dello zar Alessandro III e della zarina Maria Feodorovna, fecero la loro comparsa le uova di porcellana prima con Cyphers oro su bianco o sang de boeuf .Sempre sotto il regno di Alessandro III operò Carl Fabergè.
Peter Carl
Fabergé
Il
suo vero nome era Karl Gustavovic Faberže, nato a San Pietroburgo
(un tempo Stalingrado e poi Leningrado) il 30 maggio 1846 e morto a
Losanna il 24 settembre 1920, L'Aristocrazua Europea prediligeva la
lingua francese e per quesro motivo il cogmone venne francesizzato.
E' stato un gioielliere e orafo russo conosciuto per avere creato e
prodotto le famose e presiosissime “Uova
Fabergé”
fra
il 1885 e il 1917 su indicazione dagli Zar di tutte le russie. Il
primo uovo aveva le caratteristiche tipiche delle matrioske russe era
fatto di colore bianco e smalto opaco ed al suo interno conteneva un
tuorlo tutto d’oro che a sua volta aveva all’interno una
gallinella colorata d’oro e smalti con gli occhi di rubino. Infine
vi era una copia in miniatura della corona imperiale con un piccolo
rubino a forma d’uovo.
Questo primo esemplare di Uovo fu ordinato commissionato da Alessandro III di Russia da come regalo pasquale per la zarina Maria Fyodorovna che colpita da tanta bellezza fece nominare Fabergé “gioielliere di corte”, con il compito di preparare ad ogni Pasqua un nuovo uovo diverso da tutti gli altri e con una sorpresa. Alla morte di Alessandro III, il sucessore Nicola II chiese a Fabergè di produrne due all'anno.
Per fare questi gioielli a sfondo religioso, era richiesto parecchio tempo e servivano diverse lavorazioni. La collezione imperiale di 52 esemplari è famosa nel mondo e ogni uova tratta un tema diverso.
Per più di trent'anni Fabergé creó 57 uova imperiali, tutte diverse, tutte preziose, molte con dentro sorprese come cammei, perle rare, uccellini meccanici, che diventarono il regalo preferito degli Zar per celebrare anniversari e occasioni speciali.
La Rivoluzione russa mise brutalmente fine alla dinastia Romanov e alla tradizione di Fabergé: la società fu nazionalizzata nel 1917 e la produzione di gioielli terminata. Gran parte delle uova imperiali finirono all'estero alcune sono state acquistate per 20 milioni di dollari l'una. Ricordo che la mummia di Lenin si è squagliata, le statue dei grandi rivoluzionari sono state distrutte dal popolo sovrano le Uova imperiali , al contrario,continuano a sorprendere per la loro bellezza e per l'emozione che produce lo loro vista.
Questo primo esemplare di Uovo fu ordinato commissionato da Alessandro III di Russia da come regalo pasquale per la zarina Maria Fyodorovna che colpita da tanta bellezza fece nominare Fabergé “gioielliere di corte”, con il compito di preparare ad ogni Pasqua un nuovo uovo diverso da tutti gli altri e con una sorpresa. Alla morte di Alessandro III, il sucessore Nicola II chiese a Fabergè di produrne due all'anno.
Per fare questi gioielli a sfondo religioso, era richiesto parecchio tempo e servivano diverse lavorazioni. La collezione imperiale di 52 esemplari è famosa nel mondo e ogni uova tratta un tema diverso.
Per più di trent'anni Fabergé creó 57 uova imperiali, tutte diverse, tutte preziose, molte con dentro sorprese come cammei, perle rare, uccellini meccanici, che diventarono il regalo preferito degli Zar per celebrare anniversari e occasioni speciali.
La Rivoluzione russa mise brutalmente fine alla dinastia Romanov e alla tradizione di Fabergé: la società fu nazionalizzata nel 1917 e la produzione di gioielli terminata. Gran parte delle uova imperiali finirono all'estero alcune sono state acquistate per 20 milioni di dollari l'una. Ricordo che la mummia di Lenin si è squagliata, le statue dei grandi rivoluzionari sono state distrutte dal popolo sovrano le Uova imperiali , al contrario,continuano a sorprendere per la loro bellezza e per l'emozione che produce lo loro vista.
Questi
gioielli si possono vedere alla reggi di Venaria, oppure se qulcuno
passa da Rapallo al Museo Attilio e Cheope Gaffoglio dove è in
collezione un Uvo Fabergè originale.
Carlo
Baratta
lunedì 1 ottobre 2012
FAMIGLIA ALLARGATA: L'ESCALATION NEGLI ULTIMI DECENNI
La coppia sta diventando una alternativa alla famiglia? Famiglia allargata evoluzione nei rapporti umani o atavismo?
Il nuovo Rapporto Cisf sulla famiglia italiana ha fotografato la situazione sentimentale del popolo italiano attraverso un'indagine condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana (4053 interviste). L'indagine ha verificato che il 50,5%, di questo campione, vive in coppia.
E’ meglio vivere in coppia senza sposarsi?
Osservando i dati socio-demografici, dell’Istat, la risposta al quesito è affermativa, cresce il numero delle coppie non sposate, aumentano le coppie senza figli o con un solo figlio, e in generale le famiglie si restringono di numero. Analizzando il fenomeno in modo qualitativo,va detto che questa divaricazione( tra 50,5 e 49,5)è indice di due tendenze di vita opposte.
Secondo Socrate il matrimonio aveva due sbocchi, così insegnava “Sposatevi. Se vi capita una buona moglie, sarete felici. Se ve ne capita una cattiva, diventerete filosofi”.
Con un sguardo più generale il matrimonio è anche una relazione sociale e come tale è influenzata dai valori morali interiorizzati dalle persone che decidono di realizzare questa relazione.
Nel mondo occidentale si confrontano due grandi modelli di pensiero: quella del pensiero debole o relativista e quella del pensiero forte, cattolico. Che delineano due diverse modalità di relazione tra gli sposi la relazione egotistica e quella del dono.
Il primo modello annovera tra i suoi studiosi Z. Bauman, sociologo e teorico della società liquida. Per Bauman stiamo vivendo in una realtà sociale dove tutto è precario, incerto, rapido, un mondo fatto sopratutto dall'oggi e un futuro inteso come evento non collegabile con il passato e non dipendente dal presente; un mondo alla “prendi i soldi e scappa”. Il pensiero forte,al contrario, considera le relazioni tra persone come atti permanenti fatti per costruire un futuro, anche difficile, ma noto, nel caso specifico del matrimonio.
Tra i sostenitori del pensiero forte va ricordato il magistero della Chiesa Cattolica, indicazioni su come costruire una relazione che permetta la crescita delle persone, adattabili a diverse situazioni reali, economiche culturali, si trovano nel Catechismo; tra i molti articoli ricordo il 2332 “La sessualità esercita un'influenza su tutti gli aspetti della persona umana, nell'unità del suo corpo e della sua anima.
Essa concerne particolarmente l'affettività, la capacità di amare e di procreare, e, in un modo più generale, l'attitudine ad intrecciare rapporti di comunione con altri” e l'articolo 2333 “Spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere ed accettare la propria identità sessuale.
La differenza e la complementarità fisiche, morali e spirituali sono orientate ai beni del matrimonio e allo sviluppo della vita familiare. L'armonia della coppia e della società dipende in parte dal modo in cui si vivono tra i sessi la complementarità, il bisogno vicendevole e il reciproco aiuto. Essere innamorati significa volere, e promettere, eterna fedeltà. “
I due modelli di famiglia presenti oggi in Italia.
Oggi, anche in Italia, fare coppia non implica più costruire una famiglia tradizionale, la coppia moderna deve affrontare molte difficoltà, perché l’identità personale di ciascun partner, fa fatica a ritrovarsi in un Noi di coppia e di famiglia.
In Italia in questi anni si sono formate due tipi di coppie: le coppie relazionali e le coppie postmoderne. La coppia relazionale o tradizionale sente e accetta i condizionamenti del mondo reale trasforma i vincoli in opportunità in modo da selezionare fra i modi accettabili e non accettabili di fare famiglia. La coppia postmoderna, invece, ignora il mondo naturale si costruisce realtà temporanee e instabili, permeata dal pensiero relativista, diventa più permissiva, rifiuta di fare distinzioni fra i modi di fare famiglia e accetta un pluralismo indifferenziato, appunto relativo e instabile, dei modi di fare coppia.
Mentre la coppia tradizionale ha una riflessività, discute litiga , pur essendo maggiormente dipendente dal contesto locale, ha una certa solidità e coerenza, la coppia postmoderna va incontro ad una riflessività fratturata o impedita.
La coppia postmoderna che si forma in questi anni si costruisce un mondo virtuale, dove tutto è possibile (sposarsi o non sposarsi, avere figli o non averli, averli nel matrimonio o fuori, convivere con un partner di sesso diverso o dello stesso sesso, ecc.) e quindi dove tutto diventa più precario, incerto, instabile. Le coppie oggi, vivono una contraddizione: la ricerca di una astratta e personale felicità. Si trasforma in sogno e ci si ritrova depressi.
Dalla liquefazione della famiglia alla società liquida?
Le coppie postmoderne sono quelle che più risentono delle tendenze a pensarsi come un affare privato, dove ciò che conta è l’individuo più che la relazione, hanno meno figli, sono più permissive e meno proiettate in senso progettuale sul futuro.
È chiaro che, se questo tipo di formazione sociale dovesse diventare il tipo prevalente o normale, la società rischierebbe di liquefarsi essa stessa. L’aumento quantitativo delle coppie ‘liquide’, più instabili e frammentate, pone serie ipoteche sul futuro della intera società. Comunque, ad oggi, per la maggioranza della popolazione, l’ideale della famiglia resta attraente ed è ancora l'obiettivo da perseguire per una vita felice, come detto il problema è che i modello di famiglia non è più unico.
La nascita e lo sviluppo delle famiglie allargate è causato dal modo narcisistico, sia maschile che femminile, di costruire rapporti di coppia. Ma anche grazie a questo fenomeno si può evidenziare, come fa il rapporto Cisf, che la famiglia si forma ed esiste laddove riesce a esprimersi il suo genoma originario, cioè il fatto che la famiglia si qualifica rispetto a tutte le altre forme sociali per essere l’espressione di una relazionalità basata sul dono, la reciprocità, la sessualità di coppia e la sua generatività vissute insieme.
L'atavismo delle famiglie allargate.
La cassa di risonanza operata dai mass media sulle famiglie allargate sulle coppie temporanee hanno inebetito i cervelli di tantissime persone, non solo italiane, l'omologazione culturale globale che ha ridotto i diritti conquistati dalle generazioni precedenti a desideri soggettivi a capricci, ha fatto dei capricci di pochi ricconi diritti universali. Infatti i mass media mettono nei loro palinsesti solo film e programmi con coppie le più variegate possibili, da quelle delle élite dello spettacolo che vivono nel modo più dissoluto possibile oppure, tragedie, violenze e abusi di ogni genere, stemperare dalla réclame. Per questi programmi la relazione tra umani ha lo stesso impatto di quella tra un attore e una scatola di cioccolatini o una bevandaa, conl'etichettaanascostata , of course, per la coppia tutto è possibile. Questa onnipotenza della coppia ha prodotto la frammentazione delle forme possibili, ma non ha portato ad una maggiore soddisfazione nelle relazioni fra i partner e con i figli, ma piuttosto il contrario. Siano in presenza di un processo sociale involutivo, non evolutivo,i nostri antenati cavernicoli vivevano in famiglie allargate, i devianti erano già noti ai tempi dei sumeri per non parlare delle famose amazzoni. La vulgata che sta dietro all' atavismo della famiglia risponde pienamente alle idee dei sostenitori della decrescita “felice”.
Sempre meno matrimoni, sempre più diversi.
I matrimoni, infatti, hanno subito un cambiamento sia di tipo quantitativo che qualitativo.
In termini quantitativi la tendenza alla riduzione delle nozze è iniziata negli anni 70 e ha riguardato tutta la nazione, dal punto di vista qualitativo si sono ridotte maggiormente le prime nozze,mentre sono cresciute le seconde e tese nozze e quelle tra italiani-e e stranieri-e, in crescita anche il rito civile rispetto a quello religioso, in crescita anche le convivenze. Il rapporto Cifs osserva come l’instabilità nelle coppie sia spiegabile con le differenze di status economico, culturale e religioso quali l’istruzione, il reddito, la posizione professionale e l’età.
È chiaro che, se il genoma familiare viene modificato su grande scala, tutta la società va incontro ad un processo storico di morfogenesi senza precedenti, il che vorrebbe dire in pratica che mancherebbe il ricambio fra le generazioni e crescerebbero forme sempre fragili di famiglie, bisognose di assistenza. Insomma ci sarebbero meno contribuenti e più richieste di servizi di assistenza e di servizi sanitari.
http://www.lopinionista.it/notizia.php?id=896
giovedì 10 novembre 2011
TRADIZIONE E SOCIETA' BLOG DI PENSIERO VERTICALE: Il matrimonio: esperienza narcisista o progetto di...
TRADIZIONE E SOCIETA' BLOG DI PENSIERO VERTICALE: Il matrimonio: esperienza narcisista o progetto di...: Anche nozze celebri (McCartney, Briatore) possono far riflettere su simbologie e significati Secondo Socrate il matrimonio aveva due sbocch...
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