La
rivoluzione distrugge corpi, umilia istituzioni, ma è impotente con
i simboli forti e la bellezza che evocano.
L'uovo
nasconde in sé un senso di meraviglia, che è presente nelle culture
di tutto il mondo. Il suo guscio liscio ed ellittico, che contiene un
ogetto apparentemente inorganico, nasconde il mistero della nuova
vita. Questo fatto ha portato i popoli antichi a riflettere sul
processo creativo, perchè per le civiltà antiche, prive di
strumenti di misurazione, comprendere la creazione del mondo sarebbe
stato un concetto molto difficile, ma osservare lo schiudersi
dell'uovo e associarlo alla nascita del mondo, ha reso l'idea più
chiara.
Nel
periodo del paganesimo, per alcune civiltà, il Cielo e la Terra
erano rappresentate da due metà dello stesso uovo. Le uova
inoltre erano considerate il simbolo del ritorno alla vita, le uova
infatti non si depongono in inverno.
Per
la cultura dell'antico Egitto, quando ancora l’anno si basava sulle
stagioni, le uova decorate si scambiavano nel giorno dell' equinozio
di primavera.
I
Romani, al proposito dicevano:
“Omne
vivum
ex ovo”
(ogni vita proviene dall’uovo) e i contadini avevano la
consuetudine di seppellire un uovo dipinto di rosso nei campi per
propiziarsi un buon raccolto.
Per
i cristiani l'uovo non è solo vita, ma raffigurazione della vita
oltre la morte.
I
cristiani pian piano si convinsero sempre più che, come un uccello
esce fuori dal suo guscio, così Cristo uscì dalla sua tomba nel
giorno della Resurrezione.
Nel
Medio
Evo si
affermò l’uso di porre uova colorate sul sepolcro durante il
servizio pasquale e di regalarle ai bambini e alla servitù per
festeggiare la Resurrezione.
Per
la tradizione
ortodossa russa e greca
la mattina di Pasqua si portano in chiesa uova di gallina, o di
legno, o di metallo prezioso, o di ceramica dipinta con fiori dai
colori simbolici, o con piccole icone di Maria o di Gesù risorto, o
con delle croci. Dopo averle fatte benedire, vengono regalate in
famiglia e agli amici. Sulle uova, in caratteri
cirillici
spesso è scritto o per intero o con le sole iniziali: «X»
(Christòs
= Cristo) e «B» (Voskrés
= risorge).
La
tradizione ortodossa degli Zar
Gli
Zar fedeli all'ortodossia russa hanno sempre fatto delle uova
pasquali un loro segno distintovo.
Nel
XVIII secolo, dopo la fondazione della fabrica per la Porcellana
Imperiale e per la Imperiale Fabbricazione di vetro. sotto Caterina
la Grande, il numero di tali uova introdotte a corte arrivò, alla
metà dell'Ottocento, a 5.000 in porcellana e 7.000 in vetro.
Durante il regno dello zar Alessandro III e della zarina Maria Feodorovna, fecero la loro comparsa le uova di porcellana prima con Cyphers oro su bianco o sang de boeuf .Sempre sotto il regno di Alessandro III operò Carl Fabergè.
Durante il regno dello zar Alessandro III e della zarina Maria Feodorovna, fecero la loro comparsa le uova di porcellana prima con Cyphers oro su bianco o sang de boeuf .Sempre sotto il regno di Alessandro III operò Carl Fabergè.
Peter Carl
Fabergé
Il
suo vero nome era Karl Gustavovic Faberže, nato a San Pietroburgo
(un tempo Stalingrado e poi Leningrado) il 30 maggio 1846 e morto a
Losanna il 24 settembre 1920, L'Aristocrazua Europea prediligeva la
lingua francese e per quesro motivo il cogmone venne francesizzato.
E' stato un gioielliere e orafo russo conosciuto per avere creato e
prodotto le famose e presiosissime “Uova
Fabergé”
fra
il 1885 e il 1917 su indicazione dagli Zar di tutte le russie. Il
primo uovo aveva le caratteristiche tipiche delle matrioske russe era
fatto di colore bianco e smalto opaco ed al suo interno conteneva un
tuorlo tutto d’oro che a sua volta aveva all’interno una
gallinella colorata d’oro e smalti con gli occhi di rubino. Infine
vi era una copia in miniatura della corona imperiale con un piccolo
rubino a forma d’uovo.
Questo primo esemplare di Uovo fu ordinato commissionato da Alessandro III di Russia da come regalo pasquale per la zarina Maria Fyodorovna che colpita da tanta bellezza fece nominare Fabergé “gioielliere di corte”, con il compito di preparare ad ogni Pasqua un nuovo uovo diverso da tutti gli altri e con una sorpresa. Alla morte di Alessandro III, il sucessore Nicola II chiese a Fabergè di produrne due all'anno.
Per fare questi gioielli a sfondo religioso, era richiesto parecchio tempo e servivano diverse lavorazioni. La collezione imperiale di 52 esemplari è famosa nel mondo e ogni uova tratta un tema diverso.
Per più di trent'anni Fabergé creó 57 uova imperiali, tutte diverse, tutte preziose, molte con dentro sorprese come cammei, perle rare, uccellini meccanici, che diventarono il regalo preferito degli Zar per celebrare anniversari e occasioni speciali.
La Rivoluzione russa mise brutalmente fine alla dinastia Romanov e alla tradizione di Fabergé: la società fu nazionalizzata nel 1917 e la produzione di gioielli terminata. Gran parte delle uova imperiali finirono all'estero alcune sono state acquistate per 20 milioni di dollari l'una. Ricordo che la mummia di Lenin si è squagliata, le statue dei grandi rivoluzionari sono state distrutte dal popolo sovrano le Uova imperiali , al contrario,continuano a sorprendere per la loro bellezza e per l'emozione che produce lo loro vista.
Questo primo esemplare di Uovo fu ordinato commissionato da Alessandro III di Russia da come regalo pasquale per la zarina Maria Fyodorovna che colpita da tanta bellezza fece nominare Fabergé “gioielliere di corte”, con il compito di preparare ad ogni Pasqua un nuovo uovo diverso da tutti gli altri e con una sorpresa. Alla morte di Alessandro III, il sucessore Nicola II chiese a Fabergè di produrne due all'anno.
Per fare questi gioielli a sfondo religioso, era richiesto parecchio tempo e servivano diverse lavorazioni. La collezione imperiale di 52 esemplari è famosa nel mondo e ogni uova tratta un tema diverso.
Per più di trent'anni Fabergé creó 57 uova imperiali, tutte diverse, tutte preziose, molte con dentro sorprese come cammei, perle rare, uccellini meccanici, che diventarono il regalo preferito degli Zar per celebrare anniversari e occasioni speciali.
La Rivoluzione russa mise brutalmente fine alla dinastia Romanov e alla tradizione di Fabergé: la società fu nazionalizzata nel 1917 e la produzione di gioielli terminata. Gran parte delle uova imperiali finirono all'estero alcune sono state acquistate per 20 milioni di dollari l'una. Ricordo che la mummia di Lenin si è squagliata, le statue dei grandi rivoluzionari sono state distrutte dal popolo sovrano le Uova imperiali , al contrario,continuano a sorprendere per la loro bellezza e per l'emozione che produce lo loro vista.
Questi
gioielli si possono vedere alla reggi di Venaria, oppure se qulcuno
passa da Rapallo al Museo Attilio e Cheope Gaffoglio dove è in
collezione un Uvo Fabergè originale.
Carlo
Baratta