sabato 29 gennaio 2011

L’Uomo moderno smarrito


La vita di coppia non più vincoli di diritti e doveri, ma come lo strappa e vinci. Il tarlo relativista si evidenzia negli ultimi dati ISTAT, relativi alle famiglie italiane, freddamente indicano che è cresciuta sia l’età al primo matrimonio delle donne (30) che degli uomini (32), 4 anni in più dell’età media dei loro genitori. In crescita pure la quota di coloro che fallita un’esperienza matrimoniale ne fanno altre:12,2% (rispetto all’8,3% del 1995), mentre quella dei matrimoni religiosi è in diminuzione (67,6%, era l’80% nel 1995). Cresce la quota di coppie che non scelgono la comunione dei beni (56%) al momento del matrimonio (rispetto al 40,9% del 1995 Oggi anche in Italia, ci sono molte coppie sposate che si separano. Le separazioni legali nel 2004, ultimi dati Istat, sono state 83.179 (erano 52.3232 nel 1995), i divorzi 45.097 (27.038 nel 1995). L’età alla separazione per gli uomini è 43 anni, per le donne è 40 anni; l’età al divorzio è 45 anni per gli uomini e 41 per le donne. Il tasso di separazione è pari a 283 separazioni ogni 100.000 coniugati il numero medio di figli per donna, come rileva l’ISTAT, è 1,3 e da 20 anni l’Italia presenta valori non superiori a 1,4, ma il numero di figli desiderato è molto più alto: 2,1 . Le famiglie di uno o due componenti sono il 53,3% del totale (22.907.000) solo il 6,5% ne ha 5 o più. Crescono le persone sole (in dieci anni passano da 4 milioni 200 mila a 5 milioni 900 mila) e le coppie senza figli (da 4,5 milioni nel 1995-1996 a 5,1 milioni nel 2005-2006). Società debole con legami fluidi. Una società in definitiva, indifferente a fini ed obiettivi di lungo periodo, un magma confuso di emozioni e pulsioni individuali, una “poltiglia di massa”. Un’Italia disillusa, litigiosa, aggressiva, nessuna voglia o capacità di costruire un tessuto sociale positivo, con forme di aggregazione deboli e frammentate. Anche l’ultimo rapporto Censis sulle opinioni e lo stile di vita attuale, segnala le preoccupazioni per il futuro dei nostri connazionali. La vulgata laico-illuminista, scientificamente orientata ha prodotto vuoto esistenziale e coriandoli umani. Dopo anni di egualitarismo urlato, praticato, imposto il Censis ci dice che l’Italia è troppo “appiattita e priva del desiderio necessario per ripartire”. Una società segnata dal vuoto; Sempre il tarlo relativista è la causa di questo vuoto: mancano sia il desiderio che lo spirito attivo, necessari per credere nel futuro. Per potersi liberare del nichilismo sociale, afferma sempre il Censis, bisognerebbe tornare a guardare il futuro in modo più sereno e volitivo. Ma omette di dire che il futuro è, e non può essere altro, che passato , tradizione adattata alle contingenze del momento. Chi non ha passato non ha futuro chi vive solo il presente muore non progetta il futuro. Il lavoro a prescindere. Come ricordano P.Berger e T.Luckmann è l’assenza di un’identità collettiva, di valori di riferimento inderogabili, l’effetto del relativismo etico che ha prodotto lo smarrimento contemporaneo, che ha portato ad uno Stato smarrito, Stato è il participio del verbo essere, cioè la materializzazione dell’essere; in una società prona al divenire, che quindi nega l’essere, porta al non senso il concetto di Stato. Infatti, non esiste più lo Stato, ma una sommatoria di clientele nullafacenti, che si autoalimentano e si sfidano per salvaguardare le loro rendite. Anche il famigerato efficiente e super partes sistema creditizio non scherza e contribuisce ad uccidere il futuro; si pensi agli ultimi accordi sindacali nel settore bancario, dove alla faccia del merito e del talento si è deciso che gli occupati in procinto di andare in pensione lasciano il loro posto, con incentivi ad hoc, ai propri figli o figlie. Mancano le elites. Il tarlo egualitarista ha ridotto la scuola a momento di vita obbligato, che produce giovani smotivati senza il senso dell’autorità: i docenti vengono ridicolizzati su youtubem, le scuole saccheggiate dagli studenti, coperti da sedicenti genitori o adulti di riferimento, come insegna Zapatero. Nelle Univeristà conta di più il consiglio di facoltà, quindi i bidelli e i sindacalisti della ricerca, anzi le lauree triennali che dovevano ridurre il numero dei fuori corso sono diventate una fabbrica di produzione di fuori corso. Riscoprire il senso dell’autorità. Non bisogna aver paura di parlare di autorità, come capacità di definire un sistema di riferimento, perché non tutto è lecito e non tutto è buono. Più senso di identità, svenduto e svilito in nome del relativismo, ancora più pericoloso in Paese, che non è mai stato una nazione e con differenze sociali ed economiche ancora troppo ampie tra nord a sud

Carlo Baratta

Circolare n. 181 Anno 7 del 28 Gennaio 2011


domenica 16 gennaio 2011

4 gennaio Il Pontefice incontra gli amministratori locali del Lazio.Il regnante pontefice Benedetto XVI ha recentemente suggerito una serie di obiettivi per la classe politica italiana; tre principi non negoziabili: famiglia, vita, libertà di educazione. Alla cultura dominante ha ricordato che "cellula originaria della società è la famiglia, fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna”. La famiglia è l'ambiente sociale dove i figli apprendono i valori umani e cristiani, che sonoa solidarietà fra le generazioni, il rispetto delle regole, il perdono e l’accoglienza dell’altro. Sbagliano le classi politiche che confondono usanze pagane con innovazioni moderne o che si applicano per "l’approvare forme di unione che snaturano l’essenza e il fine della famiglia, finisce per penalizzare quanti, non senza fatica, si impegnano a vivere legami affettivi stabili, giuridicamente garantiti e pubblicamente riconosciuti". Il regnante pontefice insegna a diffidare dei falsi innovatori che , invece sono tifosi di culture precristiane afferma “"la Chiesa guarda con favore a tutte quelle iniziative che mirano ad educare i giovani a vivere l’amore nella logica del dono di sé, con una visione alta e oblativa della sessualità”. Insomma è ora di caire che la maternità è cosa diversa da una patologi , ma ala contrario è un fatto assolutamente naturale.Il regnante pontefice Benedetto XVI ha recentemente suggerito una serie di obiettivi per la classe politica italiana; tre principi non negoziabili: famiglia, vita, libertà di educazione. Alla cultura dominante ha ricordato che "cellula originaria della società è la famiglia, fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna”. La famiglia è l'ambiente sociale dove i figli apprendono i valori umani e cristiani, che sonoa solidarietà fra le generazioni, il rispetto delle regole, il perdono e l’accoglienza dell’altro. Sbagliano le classi politiche che confondono usanze pagane con innovazioni moderne o che si applicano per "l’approvare forme di unione che snaturano l’essenza e il fine della famiglia, finisce per penalizzare quanti, non senza fatica, si impegnano a vivere legami affettivi stabili, giuridicamente garantiti e pubblicamente riconosciuti". Il regnante pontefice insegna a diffidare dei falsi innovatori che , invece sono tifosi di culture precristiane afferma “"la Chiesa guarda con favore a tutte quelle iniziative che mirano ad educare i giovani a vivere l’amore nella logica del dono di sé, con una visione alta e oblativa della sessualità”. Insomma è ora di caire che la maternità è cosa diversa da una patologi , ma ala contrario è un fatto assolutamente naturale.