domenica 31 ottobre 2010

La rivoluzione non ha bisogno di scienziati:

Prima di ricordare il dramma del grande scienziato Lavoisier, voglio fare una riflessione su un altro caso, esaltato e portato sempre come esempio dell'intolleranza il caso Galileo. Entrambi hanno avuto un processo, ma quello di Lavoisier, lo ricordano in pochissimi, entrambi hanno avuto una condanna. Ma la condanna di Galileo consistette in diverse disposizioni: la messa all’indice del Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo; l’abiura della tesi copernicana; un periodo di prigionia della durata che sarebbe piaciuta al Sant’Uffizio; la recita dei sette salmi penitenziali una volta alla settimana per tre anni che s'incaricò di recitare, con il consenso della Chiesa, sua figlia Maria Celeste, suora carmelitana. Galileo riuscì ad evitare che i dispositivi più duri della condanna diventassero effettivi. Il carcere fu mutato nel confino all'interno della villa dell'ambasciatore del Granduca di Toscana in Roma, quindi nella casa dell'arcivescovo Piccolomini a Siena e infine nella villa che possedeva nella campagna di Arcetri. A Lavoisier tagliarono la testa. La autoproclamata coscienza critica della nazione, che pretende scuse ufficiali urla contro i tribunali ecclesiastici, per Lavoisier, non dice nulla, anzi della sua morte non c’è traccia nei libri di storia. Cosa è stata la rivoluzione del 1789. La Rivoluzione francese è presentata ai nostri contemporanei come un evento che ha permesso agli uomini di svincolarsi sia dalla tirannia di regimi monarchici assoluti o dispotici, che da un sistema sociale che impediva la mobilità sociale, inibendo il libero sviluppo delle loro potenzialità, dei loro diritti e del progresso. Questa descrizione, che si trova in tutti i manuali di Storia, è falsa. È soltanto il prodotto delle ideologie prima materialiste e ora nichiliste, il processo rivoluzionario ebbe ed ha una sola idea distruggere la concezione religiosa della vita. Il bilancio della Rivoluzione francese risulta veramente terrificante. René Sedillot ha recentemente riassunto questo bilancio 600.000 morti nelle guerre interne, dei quali 117.000 nella Vandea; 40.000 giustiziati, dei quali il 28% contadini, il 31% artigiani e operai, il 20% commercianti, dall'8 al 9% nobili e dal 6 al 7% appartenenti al clero; 400.000 morti nelle guerre esterne fino al 1800, un milione di morti nelle guerre napoleoniche; più di 100.000 emigrati e un calo del tasso di natalità. Tra le “vittime” vanno annoverate anche le teste di pietra dei Santi che adornavano Notre Dame. Ma una vittima più illustre e dimenticata dai manuali di storia e il grande scienziato Lavoisier. Lavoisier l’antenato delle scientifiche purghe staliniane Nacque a Parigi nel 1743, da famiglia agiata. Da giovane manifestò attitudine per le ricerche scientifiche e tecniche, a soli 25 anni fu nominato membro dell'Accademia delle scienze di Parigi. Poi intraprese una carriera del tutto diversa da quella scientifica;entrò 1768 nella Ferme générale: una organizzazione di carattere finanziario, a cui i re di Francia affidava da secoli il compito di riscuotere le tasse. Gli esattori trattenevano una percentuale. Mestiere poco apprezzato dalla popolazione. Lavoisier. non faceva come altri che sperperavano per interessi personali i profitti: egli adoperava quella entrata di denaro per attrezzare il suo laboratorio scientifico e comprare materie prime e apparecchiature costose che gli servivano per gli esperimenti. I risultati che perseguiva fecero di lui uno dei membri più noti e influenti dell'accademia. Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma. Questa legge di conservazione della materia che fa ormai parte della cultura di massa, del senso comune, è il principio di Lavoisier. Dimostrò che prima e dopo ogni reazione chimica il peso dei composti è sempre lo stesso, risolvendo il mistero della combustione, eliminando l'ipotesi del flogisto. La vecchia teoria, in voga nel '700, asserisce che la combustione dei corpi avviene perché essi contengono il flogisto, che viene liberato nella combustione. Dunque dopo la combustione il peso del corpo deve diminuire. Lavoisier fu un conservatore per la comunità degli scienziati, avendo cercato di mantenere intatta l'Accademia delle Scienze, un moderno uomo di finanze, della sua epoca, avendo introdotto miglioramenti nella produzione agricola per migliorare la bilancia dei pagamenti, dopo averne fatta l'esperienza nella propria fattoria modello. La vicenda di Lavoisier coinvolge il rapporto tra scienza, società e politica e pone il problema della neutralità della scienza, prima di lui la chimica non era una scienza, dopo si. Con lui lavorarono altri scienziati Claude Louis L. Berthollet (1748-1822), Jean Charles de Borda (1733-1799), Jacques Dominique Cassini (1748-1845), Antoine François Fourcroy, Louis Bernard Guyton de Morveau (1737-1816), Pierre Simon de Laplace (1749-1827). Egli aveva fondato la nuova chimica con metodi quantitativi. Con i suoi colleghi dell'Accademia fondò un giornale, gli Annales de Chemie. Per Laplace Lavoisier era fautore di una monarchia costituzionale. Sosteneva che la forza e la potenza di una nazione non sono solo le terre e i pascoli; occorrono anche le industrie per organizzare le ricchezze, ma queste non bastano perché dipendono da un altro principio: la scienza. L'epurazione degli scienziati dall'Accademia, voluta dai caproni amici di Robespierre, non serviva a nulla perché tutti i conservatori erano già emigrati. Gli scienziati e la scienza dovevano essere liberi, non al servizio di qualcuno o di qualcosa. Il processo e la giustizia rivoluzionaria Il cittadino Gaspard Monge, si veda il film “ipotesi sulla condanna di Lavoisier interviene nel processo: "Sono stati arrestati 27 direttori generali delle imposte, tra cui Lavoisier. La colpa che gli faccio è quella di non aver aderito all'appello del governo a collaborare con gli altri scienziati di fronte ai gravissimi pericoli in cui si trova la repubblica. Non si giudicano i suoi grandi meriti scientifici, che sono fuori questione". Lavoisier cercò invano di dimostrare che egli da tre anni aveva abbandonato quella carica. Fidando che la sua grande fama di scienziato potesse salvarlo, non cercò nemmeno di sottrarsi all'arresto e si costituì. Sapeva anche che molti suoi colleghi scienziati, che lo conoscevano a fondo, erano amici dei rivoluzionari e sperò che lo appoggiassero. Non fu cosi la viltà è una “virtù” rivoluzionaria. Monge l'antenato del “sublime” Vyshinsky, rimprovera di nuovo a Lavoisier il disimpegno verso le necessità della nazione. "Ci serviamo delle sue idee, ma lui non è con noi". Il tribunale dichiara tutti gli imputati colpevoli di complotto contro il popolo. Lavoisier viene decapitato il giorno stesso l'8 maggio 1794. Il processo era durato poche ore. Il giorno dopo Lagrange disse: "C'è voluto solo un istante a tagliare quella testa, ma forse un secolo non sarà sufficiente a produrne un'altra simile”. Chi chiede scusa, chi tra le luminose menti del pensiero debole e nichilista, che pretende onestà intellettuale, ma non ne possiede neppure un micron dice chiaramente che i giudici di Lavoisier erano degli emeriti minchioni gentaglia con la bava alla bocca mossi non fa denso di giustizia, ma da invidia? Chi tra i discendenti dei cosiddetti illuministi fa pubblica abiura ai processi farsa?


LA CIRCOLARE SPIGOLOSA
n. 178 Anno 6 del 11 Ottobre 2010