giovedì 31 marzo 2011

La società trasumana:una teoria nata da un’indigestione

“L’uomo si distrugge con la scienza senza umanità” Gandhi

Torino, 31 marzo 2011. - Il recente dramma delle centrali nucleari in Giappone, porta a ripensare al rapporto tra scienza e progresso.

La società trasumana:una teoria bata da un’indigestioneCome à nata l’idea di progresso?

Il processo rivoluzionario, iniziato con la cd rivoluzione francese, ha posto la politica al centro di qualsiasi azione sociale.
La politica che doveva creare l’uomo nuovo mediante la prassi civile, ha, invece, prodotto solo guerre e totalitarismi.
Anche la scienza doveva essere politica e quindi si è reputata tale solo quella che favoriva l’uomo nuovo.
Questa scienza rivoluzionaria è quella che promette benessere, salute ed una quasi-immortalità.
Oggi queste due tendenze si chiamano, relativismo morale e lo scientismo tecnologico.

Transumanesimo

La società transumana, cioè soggettiva, relativista e scientista è la sintesi di queste tendenze.
Gli adepti di tale concezione, così descrivono, nel loro manifesto il futuro:
L’idea cardine del transumanesimo può essere riassunta in una formula: è possibile ed auspicabile passare da una fase di evoluzione cieca ad una fase di evoluzione autodiretta consapevole. Siamo pronti a fare ciò che oggi la scienza rende possibile: prendere in mano il nostro destino di specie”, questa è la concezione atea. che mira ad una mutazione antropologica attraverso un uso folle della scienza.
Gli autoproclamati evoluti così proseguono
” La priorità assoluta è una battaglia antiproibizionista per ottenere la libertà di ricerca scientifica, nonché la libertà di evolvere, di mutare, di trasformare il proprio fenotipo e il proprio genotipo...... È necessario pianificare l'impulso alla ricerca scientifica in modo che, pur nella sua autonomia, punti a migliorare le condizioni di salute e longevità.
La vita, come ha denunciato Aldous Huxley in un suo libro, non può essere un prodotto deciso dalla scienza; la varietà, la variabilità sono ricchezze che ci ha donato la natura. La vita è un valore in sé, non può dipendere da opinioni, a da progetto di altri. Lo scientismo tecnologico riduce il progresso con la scienza. Progresso per l’umanità è qualsiasi miglioramento della condizione della vita umana, dovuto all’arte, alla musica, o ad altre attività sociali.
Questa idea di uomo e società è anche figlia di una visione Nichilista, che ha come criterio di giudizio solo la libertà individuale. Tutto ciò che si può fare è anche giusto farlo.
A me pare che l’errore concettuale di questo modo di pensare risiede nel confondere quantità con qualità. Queste caratteristiche sono in relazione non autonome, non crescono entrambe indefinitamente; se una mela è dolce non può essere pure amara o acerba, se una cosa è una mela non può essere due mele o una mela e una pera. A volte la realtà è più razionale di tanti ragionamenti “evoluti”.
Lo scientismo tecnologico e il relativismo ipotizzano che ogni problema umano possa essere risolto trovando soluzioni tecnologiche temporanee, l’uomo al contrario è on essere complesso che necessità di senso per agire.


Carlo Baratta
http://www.trentinolibero.org/index.php?op=news&arg=4

domenica 13 marzo 2011

ppello di Alleanza Cattolica - Unità sì, Risorgimento no

17 marzo 2011: Un manifesto-appello per l’identità nazionale

L’Italia non nasce con l’Unità politica realizzata nel 1861.
Fu invece l’eredità preziosa della civiltà romana e di quella medioevale, animata dalla fede cristiana, a spingere gli italiani a modellare il paesaggio, a costruire cattedrali, a fondare università, a raggiungere i vertici nelle diverse arti e a servire la Cristianità con politici, diplomatici, militari e uomini di cultura. Formando così quella nazione che annovera nei secoli Dante Alighieri, santa Caterina da Siena, san Francesco d’Assisi, Cristoforo Colombo e i molti altri che nelle arti, nella fede, nella cultura l’hanno popolata e resa grande.
Non si pone in questione l’Unità riflettendo sulle molte ferite ancora oggi aperte, nate in conseguenza delle scelte di quanti, in nome dell’ideologia risorgimentale, vollero:
  • sostituire l’ethos tradizionale italiano e cattolico, così evidente nella misconosciuta epopea delle insorgenze antigiacobine e antinapoleoniche, con un laicismo del piccolo o grande patriottismo e dei buoni sentimenti, senza peraltro riuscire a trovare un qualche significativo consenso popolare;
  • costruire uno Stato centralista, sconvolgendo l’«Italia dei campanili» caratterizzata da una grande varietà di forme politiche e da significative forme di autonomia;
  • «rifare gli italiani», disperdendo una parte rilevante delle inestimabili ricchezze spirituali e culturali della nazione e colpendo con particolare violenza il Mezzogiorno, che tanto aveva dato alla storia e alla cultura cattolica italiana ed europea.
In occasione del 150° anniversario della nascita dello Stato italiano, Alleanza Cattolica per perorare anzitutto la causa della verità di fatto e, quindi, per contribuire a sanare tali ferite chiede alle istituzioni nazionali e locali, alle forze politiche, agli intellettuali e agli educatori:
  • di promuovere la riscoperta e la difesa delle radici storiche italiane e dell’identità nazionale nel rispetto delle autonomie locali garantito da un vero federalismo, applicazione conseguente del principio di sussidiarietà;
  • di favorire il raggiungimento di una effettiva «memoria condivisa», per esempio riconoscendo esemplarità ai cattolici che subirono la Rivoluzione italiana, come il beato Pontefice Pio IX, e ai cosiddetti «vinti del Risorgimento», e dignità di «luoghi di memoria» dove si consumarono eccidi e violenze che non sarebbe giusto dimenticare.
Il tutto all’insegna di uno slogan, privo certamente di indispensabili sfumature ma felicemente indicativo di un percorso da intraprendere:  « Unità sì, Risorgimento no ».

venerdì 11 marzo 2011

TRADIZIONE E SOCIETA': LE CENERI

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LE CENERI

  
Nel pomeriggio di Mercoledì 9 marzo, Benedetto XVI e ha imposto le Ceneri. Nell’omelia il Papa è tornato sui tre pilastri della Quaresima: elemosina, preghiera e digiuno, che sono l «tracciato della pedagogia divina».
La Quaresima deve servire per «convertire il nostro cuore verso gli orizzonti della Grazia», trasformando l’apparente tristezza delle rinunce in gioia. La Quaresima è l’itinerario verso la Pasqua del Signore».
Conclude il Santo Padre «un itinerario spirituale che riguarda in profondità gli atteggiamenti della coscienza e suppone un sincero proposito di ravvedimento».